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Uso di cannabis e tumori testa-collo

Di Giulio Maira

Il cancro di testa-collo (Head and Neck Cancer, HNC) include differenti gruppi di tumori che possono interessare l’epitelio della mucosa dei tratti respiratori e digestivi superiori (cavità orale, faringe, laringe e ghiandole salivari adiacenti). È la sesta più frequente tipologia di tumore nel mondo con più di 870.000 nuovi casi e 440.000 decessi nel 2020.

Gallagher e collaboratori, per realizzare lo studio, hanno esaminato più di 4 milioni di pazienti presi da un database per cartelle cliniche, “US Collaborative network”, che fornisce accesso a dati da 64 organizzazioni sanitarie negli USA, comprendenti più di 90 milioni di individui, utilizzando quindi un campione più ampio che in qualunque altro studio, così da implementare la possibilità, rispetto agli altri studi, di rilevare una potenziale associazione.

Questo studio ha evidenziato che il rischio relativo di sviluppare HNC per individui con diagnosi di “Disturbi legati alla cannabis” era tra 3.5 e 5 volte superiore a quello di individui senza questa diagnosi. L’associazione era consistente sia quando si consideravano individui sotto i 60 anni che individui più anziani.

 

Considerazioni.

Sulla base di studi precedenti, il rischio relativo di sviluppare HNC con uso di tabacco o alcol andava da 2 a 10 volte rispetto a quelli senza il loro uso, con vari gradi di associazione in funzione della frequenza e delle dosi. Poiché nello studio di Gallagher e collaboratori si consideravano solo individui con uso elevato di cannabis, se ne può dedurre che l’associazione con l’uso di cannabis sia lievemente più bassa che quella con uso di tabacco e alcol. Poiché il fumo è la più comune modalità di consumo della cannabis, la più chiara potenziale associazione tra fumo di cannabis e HNC sta nello stimolo infiammatorio che la modalità d’uso comporta. Oltre tutto, comparato con il fumo di tabacco, il fumo di cannabis può essere anche più pro-infiammatorio poiché è tipicamente non filtrato, è consumato attraverso respiri più profondi che non per il tabacco; infine, la cannabis brucia a temperature più alte, incrementando il rischio di un danno infiammatorio.

Vi possono essere poi effetti diretti dei cannabinoidi sull’oncogenesi, anche se gli studi di questi meccanismi non sono ancora definitivi. Altri lavori precedenti, hanno dimostrato, al contrario, anche proprietà antitumorali dei cannabinoidi, con soppressione di proliferazione tumorale e ridotta angiogenesi. Questi effetti contraddittori possono essere legati al fatto che la pianta di cannabis produce più di 400 sostanze chimiche e più di 60 cannabinoidi con effetti vari e spesso opposti.

Il lavoro di Gallagher e collaboratori su grandi numeri, tuttavia, sottolinea come l’effetto cumulativo dell’uso di cannabis sia a favore dello sviluppo tumorale.

Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare l'esistenza dell’associazione tra consumo di cannabis e tumori testa-collo e comprenderne i meccanismi.