Esplora contenuti correlati

Cosa sono

Le sostanze stupefacenti, comunemente note come droghe, sono sostanze in grado di alterare l'attività del sistema nervoso centrale, manifestando effetti distinti, specifici per ciascuna sostanza, e possono generare dipendenza fisica o psicologica. Chi ne fa uso tende a cercare costantemente una nuova dose per evitare il disagio fisico o, più frequentemente, per sperimentare una sensazione di appagamento e prevenire sentimenti di tristezza e vuoto.

Le droghe possono agire in modi diversi, con effetti depressivi sull'attività mentale e fisica, come nel caso dell'eroina e di altri oppiacei, effetti stimolanti, come nel caso della cocaina e delle amfetamine, o effetti allucinogeni, alterando la percezione del tempo, dello spazio e di sé stessi e causando allucinazioni talvolta sgradevoli o spaventose. Alcune droghe possono combinare questi effetti o manifestare risposte diverse a seconda della dose assunta.

Alcune droghe, nonostante il loro potenziale pericoloso, hanno notevole attività farmacologica e pertanto sono usate in terapia costituendo i principi attivi di vari medicinali. Ad esempio, la cannabis è stata impiegata negli ultimi anni per alleviare i sintomi di gravi malattie. Quando si utilizza un farmaco, è fondamentale valutare sempre il rapporto rischio/beneficio. Il rischio, rappresentato dagli effetti collaterali o dalla tossicità, deve essere costantemente inferiore ai benefici derivanti dall'uso della sostanza per curare una malattia. L'uso di sostanze al di fuori del contesto terapeutico, invece, è sempre sbilanciato verso il rischio, con variazioni di gravità a seconda della sostanza coinvolta.

Come agiscono le droghe

Il funzionamento delle droghe coinvolge lo scambio di informazioni, segnali e comandi tra i neuroni del sistema nervoso attraverso molecole chiamate neurotrasmettitori. Questi possono avere attività stimolante, come la noradrenalina, adrenalina, dopamina e serotonina, o inibitoria, come le endorfine, modulando vari aspetti dell'attività cerebrale. Qualsiasi alterazione nell'azione dei neurotrasmettitori, sia in termini di entità che di durata, compromette l'equilibrio fisiologico del cervello, come accade in alcune patologie come la schizofrenia o la depressione. Le droghe agiscono modificando il rilascio e l'azione dei neurotrasmettitori, influenzando così il loro effetto e la durata.

Inoltre, indipendentemente dal meccanismo di azione specifico, tutte le droghe inducono un aumento del rilascio di dopamina nella struttura cerebrale associata alla gratificazione/ricompensa, generando inizialmente una sensazione di elevata gratificazione. Con il tempo, le attività che solitamente procurano piacere normale diventano meno appaganti, spingendo l'individuo a cercare continuamente dosi sempre maggiori per ottenere una gratificazione sempre più ridotta.

Non esiste, purtroppo, un metodo infallibile per riconoscere l’uso di sostanze, se non sintomi riconoscibili solo nell’immediatezza dell’uso, come accennato nei singoli paragrafi.

Fatta eccezione per il momento in cui il soggetto è sotto l’effetto della sostanza, con sintomi oggettivi e talvolta facilmente riconoscibili, in generale è difficile distinguere tra variazioni del comportamento e dell’umore, aggressività, chiusura e difficoltà al dialogo dovute alla fase adolescenziale e sintomi analoghi causati dall’uso di sostanze. Attenzione e dialogo sono sempre gli strumenti migliori contro la tentazione di utilizzare stupefacenti. Spesso la difficoltà è dovuta al fascino che comportamenti trasgressivi hanno sui giovanissimi, alla voglia di essere parte del gruppo o semplicemente di sperimentare e di “andare contro”, senza comprendere i reali pericoli. Lo sport, la vita sociale, le attività ludiche e sociali di gruppo e all’aperto, la sana alimentazione e le abitudini di vita regolari, sono sicuramente ottimi mezzi di prevenzione.

Torna all'inizio del contenuto