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LA CANNABIS

La Cannabis Sativa Linneus, comunemente conosciuta come cannabis, è una pianta erbacea a ciclo annuale coltivata in tutto il mondo e suddivisa in diverse sottospecie. Questa pianta contiene numerose sostanze con diverse proprietà chimiche. I principali cannabinoidi di interesse tossicologico sono il Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), responsabile degli effetti psicotropi, il cannabidiolo (CBD), antagonista del THC con azione rilassante ma non psicotropa, e il cannabinolo (CBN), inattivo, che si forma per degradazione del THC.

Il THC è presente principalmente nella resina prodotta dalle infiorescenze femminili e in minore misura nelle foglie. Le preparazioni a base di cannabis includono la marijuana, costituita dalle infiorescenze essiccate, l'hashish, composto dalla resina isolata e compressa in panetti, e l'olio, estratto dalle infiorescenze con varie tecniche. La percentuale di principio attivo nelle diverse preparazioni varia notevolmente a seconda della tipologia e dell'origine della pianta, decrescendo dall'olio (che può raggiungere l'80% di purezza) all'hashish e alla marijuana. L'uso di tecniche di coltivazione intensiva e incroci tra sottospecie ha portato a una cannabis più potente, con un costante aumento della percentuale di principio attivo nel corso degli anni, passando dal 3-5% di venti anni fa al 15-40% attuale. Questo aumento è accompagnato da una diminuzione della percentuale di CBD, il quale, pur non possedendo attività psicotropa, agisce come protettore dei neuroni, antagonizzando e riducendo l'efficacia e la durata dell'azione del THC. Ciò comporta un aumento del rischio associato all'assunzione di questa sostanza, specialmente nei giovani e in individui predisposti, che potrebbero manifestare esordi di tipo psicotico con aumento dell'aggressività e possibili allucinazioni.

La cannabis può avere anche applicazioni terapeutiche e può essere prescritta per gravi malattie come, tra le altre, la sclerosi multipla, la sindrome di Tourette, la nausea e il vomito da chemioterapia. La cannabis terapeutica, prodotta dallo stabilimento farmaceutico dell'esercito, è attentamente controllata per quantità e rapporti dei principi attivi THC e CBD, oltre alla presenza di sostanze tossiche come pesticidi e metalli pesanti, a differenza della produzione illecita.

Effetti

Il THC agisce sui recettori degli endocannabinoidi, regolando numerose funzioni fisiologiche, dalla sessualità all'equilibrio energetico, dalle funzioni endocrine alle funzioni immunomodulatorie, al controllo motorio e alla percezione del dolore, fino alle funzioni cognitive superiori, come l'apprendimento e la memoria. Gli effetti neuropsichici principali del THC comprendono alterazioni del tono affettivo (euforia o sedazione), rilassamento, percezione dilatata del tempo e dello spazio, e peggioramento delle funzioni mnemoniche, cognitive e motorie, specialmente se complesse.

Il THC può causare congiuntive arrossate, stato soporoso, aumento della temperatura e dell'appetito, modificazioni del tono dell'umore, apatia e possibili aumenti dell'aggressività, che possono sfociare in episodi gravi.

Rischi

La letteratura internazionale ha anche riportato articoli che suggeriscono un'associazione tra l'uso di cannabis, specialmente durante l'adolescenza, e il rischio di fenomeni psicotici. Tecniche di neuroimaging, come la PET morfologica o funzionale, hanno dimostrato che gli assuntori abituali di cannabis durante l'adolescenza, quando il cervello non è completamente sviluppato, presentano uno spessore della corteccia cerebrale inferiore rispetto a soggetti della stessa età che non fanno uso di droghe. La corteccia cerebrale è fondamentale per le funzioni cognitive superiori, come l'apprendimento, la capacità decisionale e la memoria.

Per approfondire/ Riferimenti

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